Woman before a glass – Progetto intorno a Peggy Guggenheim
Orario
27 e 28 gennaio 2017 ore 21.00
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Descrizione
di Lanie Robertson
traduzione Gloria Bianchi
con Caterina Casini
scenografia Stefano Macaione
costumi Stemal Entertainment Srl
regia Giles Smith
Produzione Laboratori Permanenti
con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Sansepolcro, MiBact e con il patrocinio del Ministro Dario Franceschini e dell’Accademia di Belle Arti di Firenze
Woman before a glass attraverso un linguaggio disinvolto e trasgressivo (così com’era la stessa Peggy), racconta alcuni momenti degli ultimi anni della Guggenheim. Si tratta di una performance per una sola attrice, divisa in quattro quadri. Il progetto offre così la possibilità al pubblico di guardare il mondo e l’arte contemporanea attraverso i suoi occhi: ciò che lei ha cercato, indagato, scoperto, sofferto, sostenuto e promosso arriva al pubblico attraverso la sua vita scenica e le immagini che le accompagnano.
Com’è noto, la Guggenheim comprò palazzo Venier dei Leoni a Venezia e lì raccolse la sua straordinaria collezione d‘arte. Nel testo di Robertson sono ripercorsi i momenti drammatici della guerra, la fuga di Peggy dalla Francia per le persecuzioni naziste, durante la quale nascose tele e sculture tra i piatti e le vettovaglie di cucina, i difficili rapporti con mariti e amanti. Emergono i suoi momenti di forza e le sue debolezze: il rapporto conflittuale con la figlia, morta suicida; i rapporti d’affari con le più importanti gallerie e musei del mondo; i suoi rimpianti, le nostalgie e il suo scivolare lento verso la serenità della fine.
Peggy Guggenheim fu una donna capace di intuire il mondo che la circondava, coraggiosa, che credeva negli artisti su cui puntava anche se il resto del mondo ancora non sapeva riconoscere quelli che poi furono Pollock, Kandinsky, Mirò, Bacon, Ernst e tanti altri. C’è una componente essenziale che Peggy trasmette al pubblico: la tensione che vive e si specchia nella certezza e nei ricordi; gli amanti, i colori, i pittori, i vestiti, il fumo, gli amici, le macchie, l’acqua, il dramma.
Ogni momento viene rievocato dalla sua memoria rivivendo nei due blocchi scenografici. La tecnica del video-mapping permette di isolare parti di una superficie creando quindi una “mappatura” bagnata dalla video-proiezione.