Nel salotto di Bach
Orario
Venerdì 28 aprile 2017 ore 18.00
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Descrizione
Nel salotto di Bach
Olga Di Ilio, organo solista e clavicembalo
Alessandro Marini, violino solista
Bianca Fiorito, flauto
Arianna Granieri, pianoforte
Michela Guarrera, soprano
Antonio Sapio, tenore
Gaetano Triscari, basso
Complesso d’archi del Conservatorio
Federico Amendola, direttore
Programma:
J.S. Bach Corale In dir ist Freude BWV 615
Corale O Mensch, bewein’ dein’ Sünde grosse BWV 622
Preludio e Fuga in la min. BWV 543
M. Dall’Ongaro Bach Haus intermezzo in un atto su libretto di Vincenzo De Vivo
In collaborazione con i dipartimenti di Canto, Archi e Tastiere del Conservatorio
Il grande Johann Sebastian ne è infatti il protagonista, in due modi diversi, prima come compositore poi come protagonista di una piccola opera contemporanea. Infatti prima Olga Di Ilio suonerà tre suoi capolavori organistici, il Corale "In dir ist Freude" BWV 615, il Corale "O Mensch, bewein’ dein’ Sünde grosse" BWV 622 e il Preludio e Fuga in la min. BWV 543, poi sarà eseguito l'intermezzo "Bach Haus", un atto unico di Michele dall'Ongaro su libretto di Vincenzo De Vivo. Commissionata dall'Opera di Roma nel 2000 per i duecentocinquanta anni dalla morte di Bach, questa piccola opera ha avuto molte riprese, che certificano un'accoglienza molto favorevole, rara per un brano contemporaneo.
Il divertente libretto di De Vivo vuole rispondere a una domanda che ci si pone da quasi tre secoli: "Perché Bach non ha mai scritto un'opera?". La risposta la troviamo nell'immaginario incontro tra Bach e un impresario italiano che gli propone di scrivere un'opera, facendogli però presenti tutti gli obblighi e le convenzioni cui dovrà sottostare, al che il saggio Johann Sebastian declina l'offerta, suggerendo di rivolgersi piuttosto a suo figlio, più giovane e più "moderno" di lui. Il soggetto è ironico e altrettanto frizzante è la musica di Michele dall'Ongaro, uno dei compositori italiani più rappresentati in Italia e all'estero, ben noto a Roma anche come presidente dell'Accademia di Santa Cecilia. Con garbo e ironia dall'Ongaro gioca con le citazioni e le parodie della musica di Bach, ma non solo di Bach, perché si riconoscono anche Puccini, Bernstein e altri ancora. "Il mio intento - ha detto il compositore - è anche comunicare il grande amore, prima di tutto fisico, per la musica".
Gli interpreti saranno il soprano Michela Guarrera, il tenore Antonio Sapio e il basso Gaetano Triscari. Il Complesso d’archi del Conservatorio sarà diretto da Federico Amendola, che il pubblico romano ha già avuto modo di ascoltare e apprezzare sul podio delle orchestre della Rai e dell'Opera e che ha diretto in altri importanti teatri, come il San Carlo di Napoli.
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