060608


Dimmi che mi ami

Data: 06/03/17

Orario

6 marzo 2017 ore 21.00

 

Ospitato in

Indirizzo

Indirizzo: Via Giacinto Carini, 78
Zona: Quartiere Gianicolense (Roma ovest)
Presso il Teatro Vascello

Informazioni

Biglietto: € 15,00
Biglietto ridotto: € 12,00

Contatti

Descrizione

coreografia Simona Cieri
soggetto Rosanna Cieri
musiche originali Daniele Sepe
disegno luci Rosanna Cieri
costumi Marco Caboni
danzatori Veronica Abate, Martina Agricoli, Andrè Alma,  Maurizio Cannalire, Simona Gori
regia Rosanna e Simona Cieri
produzione  Motus Danza

Giordana Di Stefano aveva vent'anni ed era già madre. Aveva un sogno, quello di diventare una danzatrice professionista e per questo aveva contattato la Compagnia MOTUS per ottenere un'audizione. Giordana non ha mai fatto quell'audizione. É stata uccisa a Nicolosi con 42 coltellate il 7 Ottobre 2015 dall'ex-fidanzato, che aveva più volte denunciato per stalking.

Per una strana ironia della sorte, la Compagnia MOTUS aveva recentemente prodotto, con il sostegno di Regione Toscana e Comune di Siena, DIMMI CHE MI AMI, spettacolo che denuncia sia il femminicidio sia la solitudine e l'inadeguatezza dell'uomo di oggi, incapace di incontrare se stesso e i vissuti del cuore. Dopo la morte di Giordana, MOTUS ha deciso di lanciare una campagna nazionale contro la violenza e propone ai teatri e festival interessati, di contribuire alla campagna programmando DIMMI CHE MI AMI.

Il senso di impotenza e di disgregazione contemporanei, non derivano soltanto dalla crisi di un'epoca paralizzata dalla minaccia del futuro, ma anche da una diminuzione della percezione di realtà che viene dall'attutirsi del sentire, dall'incapacità di avvertire il valore delle cose e, quindi, di incontrare se stessi e i vissuti del cuore.

"L'epoca delle passioni tristi" come le chiamava Spinoza, consuma i suoi soggetti, adulti ed adolescenti, in pratiche di attivismo che garantiscono un'esistenza trafelata ma che non bastano a contenere la paura della precarietà e a rifondare la speranza. In questa cornice sgangherata, le relazioni amorose corrono un rischio in più: diventare il surrogato di certezze che non ci sono, sopperire a bisogni esistenziali che altrove non possono essere soddisfatti. Quando la parte più oscura del proprio io è segnata da una realtà familiare di madri e padri assenti, confusi o disorientati, l'unica ideologia possibile rimane, sin da giovani, l'Altro o l'Altra. Ma poiché tutti i parametri della società si basano unicamente sul mercato, le modalità con le quali il rapporto affettivo viene realizzato riproducono appieno le dinamiche del consumo o della convenienza.

La ricerca di amore assume la connotazione di un affannoso e spasmodico inseguimento per raggiungere il possesso dell'altro, come unico sbocco possibile ai propri conflitti interiori. Un possesso che non accetta destabilizzazioni o rifiuti e spesso si alimenta di prevaricazioni e violenze.

Data di ultima verifica: 06/03/17 11:36
©2007 - Roma Versione classica