CIRO di Sergio Panariello (Italia, 2012, 22’) - ORE 12 di Toni D’Angelo (Italia, 16’, 2014) - RITRATTI ABUSIVI di Romano Montesarchio (Italia, 2013, 70’)
Data:
29/01/17
Descrizione
CIRO di Sergio Panariello (Italia, 2012, 22’)
Ciro ha 14 anni. Vive a Scampia. Le sue giornate trascorrono tra la scuola, la salumeria nella quale lavora come garzone e il campo di calcio dove si allena. Nel quartiere non ha molti punti di riferimento se non il suo allenatore di calcio e Anna, sua amica di 18 anni che conosce sin da quando era piccolo.
Nel quartiere vive anche Lello, un capo zona che simboleggia la ricchezza e il successo, un mito agli occhi di Ciro, circondato da persone che lo ammirano e lo rispettano. Tuttavia, il mito è destinato lentamente a crollare
ORE 12 di Toni D’Angelo (Italia, 16’, 2014)
Sara e Davide sono cresciuti insieme, stesso rione, stesso parco. Ogni giorno si ritrovano per giocare insieme, i cortili delle palazzine sono il loro regno dove, indivisibili, crescono, vivono e si amano. Ma l‟amore osteggiato, impossibile, non ha luogo, il destino vaga e può essere crudele ovunque, non solo a Verona. Anche loro nati “dai fatali lombi di due nemici da cui discende una coppia di amanti, nati sotto cattiva stella…”. Da Verona a Scampia la storia si ripete. Il momento in cui i giovani amanti assistono alla visione dei rispettivi padri che si affrontano e si uccidono a vicenda, vengono condannati a perdere per sempre la loro innocenza. Nulla sarà più come prima, “ai giochi addio”, inizia la faida tra le due famiglie. Quelle case in cui sono costretti a vivere – squallidi palazzoni che diventano il simbolo di un deterioramento sociale sempre più palpabile – diventano le roccaforti delle dinastie nemiche, tra vedette e sentinelle armate.
RITRATTI ABUSIVI di Romano Montesarchio (Italia, 2013, 70’)
Ritratti abusivi è il racconto realistico di un periferia italiana e dei suoi surreali abitanti, la comunità abusiva del Parco Saraceno. Come rinchiusi in un luogo infinitamente degradato e senza tempo, da almeno dieci anni, gli abitanti abusivi del Parco vivono la propria vita tra miserie e illegalità, sospesi tra violenze quotidiane e il sogno di una vita normale. Ma il destino del Parco Saraceno è segnato. Nell’arco di qualche anno verrà abbattuto per far posto ad un enorme porto turistico, simbolo del rilancio del territorio.
Fonte dati:
Zètema Progetto Cultura Srl