TEMPORANEAMENTE CHIUSO - Museo Palatino
Indirizzo
Contatti
Orario
Temporaneamente chiuso nel rispetto delle misure di contenimento anti Covid-19
visitabile dalle ore 12:00 alle ore 18:00 (limitatamente al secondo livello) con il biglietto Full Experience
Prenotazione obbligatoria dei biglietti d'ingresso online.
Informazioni
Durata visita 1 ora circa – capienza max 150 persone
Il Museo Palatino fa parte dei Siti Super e vi si accede:
- con il biglietto Foro Romano-Palatino Super € 16,00 (TEMPORANEAMENTE SOSPESO)
(valido un giorno, permette un solo accesso all’area archeologica del Foro Romano, Fori Imperiali e Palatino, incluse le mostre in corso, e, fino al raggiungimento della capienza massima, ai siti speciali SUPER)
-Full Experience - intero € 22,00 ridotto * € 2,00, valido 2 giorni dal primo utilizzo.
Il biglietto include: un ingresso al Colosseo con visita all'arena oppure ai sotterranei con ingresso orario dalle ore 10:30 alle ore 14:30 per gruppi di max 20 persone - Ingresso al Colosseo da Varco Stern; un ingresso al Foro Romano-Palatino dalle ore 10:30 alle ore 18:15; dalle ore 12:00 alle ore 18:00 sarà possibile visitare il Museo Palatino (limitatamente al secondo livello); casa di Augusto (limitatamente alla parte esterna con possibilità di affaccio sul cubicolo e sullo studiolo); Santa Maria Antiqua con Rampa domizianea (per gruppi di max. 20 persone).
Ridotto € 2,00 (cittadini di età compresa tra i 18 e i 25 anni compiuti della dell'Unione Europea e dei Paesi in condizione di reciprocità)
Diritto di prenotazione € 2,00
Per chi è già in possesso del biglietto ordinario Colosseo-Foro Romano-Palatino è possibile acquistare on site un biglietto SUPER che consentirà l’accesso ai siti Super al costo di € 6,00
Descrizione
Il primo Antiquario del Palatino, allestito nella seconda metà dell’800 in una costruzione presso la Domus Tiberiana, accoglieva materiali provenienti da scavi commissionati da Napoleone III. Demolita la costruzione nel 1882, il materiale fu trasferito nel complesso delle Terme di Diocleziano. Durante gli anni Trenta Alfonso Bartoli, che aveva condotto fortunati scavi nella Domus Augustana, allestì l’attuale Antiquario sul Palatino, riadattando il preesistente convento delle Monache della Visitazione. In questa nuova sede furono riportati i materiali dalle Terme dioclezianee e quelli provenienti dai recenti scavi sul Palatino. Allo scoppio della II Guerra Mondiale, per motivi di sicurezza, gran parte dei reperti fu trasferita nei magazzini della Soprintendenza a Piazza delle Finanze. A guerra finita, fu deciso di lasciare nel Museo Nazionale Romano i materiali di maggior pregio artistico e di destinare all’Antiquario Palatino quelli più strettamente legati al luogo e ai suoi monumenti.
Attualmente il Museo espone materiali di epoca protostorica, provenienti dall’abitato di capanne del Germalo, ricostruito anche attraverso un plastico; lastre in pietra rinvenute presso i templi della Magna Mater, della Vittoria e di Apollo; materiale scultoreo (statue, capitelli, frammenti di decorazione architettonica) proveniente dai Palazzi Imperiali; parte della decorazione pittorica della Domus Transitoria di Nerone. Famoso è inoltre un graffito dal carattere blasfemo, proveniente dal Pedagogio, raffigurante un crocifisso con testa d’asino. In un vicino ambiente della Domus Augustana infine, che conserva parte della decorazione cinquecentesca nella Loggetta Mattei, sono esposti gli affreschi dell’Aula Isiaca.
Per il Bimillenario, il piano interrato è stato restaurato e ampliato con l’annessione di un ambiente. Dopo una breve introduzione generale, verrà sviluppato un itinerario palatino dalle origini all’età repubblicana: si illustreranno sinteticamente le prime fasi di vita del colle e la fondazione della città di Romolo. Lo spazio allestitivo dell’ambiente è stato incrementato con la chiusura della zona di scavo aperta: un piano trasparente su cui poter camminare lascerà in vista le sottostanti strutture rimesse in luce dagli scavi, relative a fasi diverse del palazzo imperiale (augustea-giulio claudia, neroniana e flavia). Con la loro presenza questi resti, differenti per tecnica costruttiva ed orientamento, rendono più facilmente comprensibile il discorso sulle trasformazioni del palazzo imperiale.