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Galleria Sciarra

Tipologia: Luoghi di interesse storico

Indirizzi

Indirizzo: Via Marco Minghetti
Zona: Rione Trevi (Quirinale-Tritone-Barberini) (Roma centro)
Indirizzo: Piazza dell'Oratorio
Zona: Rione Trevi (Quirinale-Tritone-Barberini) (Roma centro)

Descrizione

La Galleria Sciarra costituisce un passaggio pedonale coperto tra Via Marco Minghetti e Piazza dell'Oratorio.

I lavori iniziarono nel 1886 per volere del principe Maffeo Sciarra, che già nel 1883 aveva stabilito all’interno del suo palazzo la redazione del quotidiano La Tribuna, al quale aveva affiancato la rivista letteraria Cronache Bizantine, proseguendo la pubblicazione dell’editore Sommalunga. Lo spazio “bizantino” è l’ideale stilistico della galleria, che diviene la sede dell’omonima rivista diretta da Gabriele D’Annunzio.

Autore della galleria è l’architetto Giulio De Angelis, che progettò un cortile pedonale a pianta cruciforme, coperto da un’elegante volta a padiglione nervata in ferro e vetro. I due atri d’ingresso sono impreziositi da esili colonne in ghisa dipinta che, nonostante l’apparente leggerezza, assolvono funzioni portanti.

L’intero sistema decorativo, compresi gli elementi in ferro battuto, è stato realizzato dal pittore Gabriele Cellini, che seguì il progetto iconografico del letterato Giulio Salvatori. Le decorazioni, realizzate in terracotta, mescolano differenti stili. Cellini rielabora motivi arcaici greci ed etruschi e li compone con disegni rinascimentali, accompagnati da reminescenze orientali ed egiziane. La pittura tende così a sovrapporsi all’architettura. Al primo piano, sul grande vuoto architravato dell’ingresso, si trova una trifora scandita da paraste con capitelli antropomorfi, che sorreggono una cornice su cui appare l’iscrizione a caratteri romani “MDCCCLXXXVIII” (1888), anno della conclusione dei lavori. Verso la cupola vetrata l’architettura tende ad una maggiore semplicità. Anche le pitture si alleggeriscono e le trifore, gradualmente, riducono la loro altezza per slanciare meglio la struttura che termina in un cornicione sporgente. Le decorazioni di Cellini, eseguite con la tecnica dell’encausto, hanno come tema la “Glorificazione della donna”, distaccandosi fortemente dall’ideale Dannunziano di donna moderna e seduttrice. Nei livelli alti, la donna appare nelle sue virtù, come indica il cartiglio sotto ogni figura: “La Pudica”, “La Sobria”, “La Forte”, “L’Umile”, “La Prudente”, “La Paziente”, “La Benigna”, “La Signora”, “La Fedele”, “L’Amabile”, “La Misericordiosa”. Al piano terra sono proposte alcune scene di vita quotidiana borghese come: “La cura del giardino”, “Il pranzo domestico”, “La conversazione galante”. In quest’ultima scena si può intravedere un ritratto dello stesso D’Annunzio.

Il tema dominante è dunque l’ esaltazione della donna nelle funzioni di angelo del focolare, di sposa e madre. Carolina Colonna Sciarra, donna per eccellenza perché madre del principe Maffeo, è particolarmente esaltata attraverso il ricorrente uso delle sigle CCS, acronimo del suo nome, negli scudi accompagnati sui vani d’ingresso dallo stemma di famiglia, composto da quello Barberini e Colonna con il palo della chiesa al centro e l’iscrizione MS, cioè Maffeo Sciarra.

Le due ali della galleria hanno un’altezza di due piani e presentano un soffitto a cassettoni molto raffinato, sorretto dalla doppia struttura pilastro – colonna, finemente decorati, che si alternano alle porte finestre dai neri infissi. Il vano centrale a tutta altezza, invece, tre volte più alto rispetto ai due lati, è sormontato da una luminosa cupola vetrata con struttura a vista in ferro scuro. Lo stesso materiale è rispeso nei dettagli dei parapetti, dei balconi e delle finestre in ferro battuto sempre realizzate da Cellini. Nel suo complesso la galleria Sciarra manifesta una doppia anima, al passo con i tempi nell’uso di grandi superfici vetrate ed elementi in ferro, più nostalgico e classicheggiante nel ricco apparato decorativo e nelle forme architettoniche.

Vedi anche

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Data di ultima verifica: 22/04/21 15:11
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